La Cappella a sinistra di chi entra nella chiesa è dedicata alla Madonna della Purificazione, oggetto di particolare venerazione da parte dei Teatini, e presenta la maggior concentrazione di opere dedicate al tema dell’infanzia di Cristo.
È la prima cappella ad essere fornita dell’apparato pittorico, grazie al lascito testamentario della signora Marietta Zonti nel 1608.
Sopra l’arco che introduce al piccolo ambiente è collocata entro una cornice in stucco un’Annunciazione (1610) di Palma il Giovane (1548-1628), dove il celebre artista veneziano rappresenta a sinistra l’arcangelo Gabriele, di spalle, inginocchiato su una nuvola, mentre annuncia a Maria l’Incarnazione di Gesù. La Vergine, sorpresa, allarga le braccia e volge il suo umile sguardo verso il basso. Le sue vesti sono mosse dal vento dello Spirito Santo che scende sulla donna, in cui il Verbo diventa carne (Gv 1, 14).
Un Angelo annunciante ed una Vergine annunciata (1690-1699) opera di Carlo Scapin si trovano poi in due tele di forma semi-arcuate nell’Oratorio del Crocifisso ai lati della finestra della parete maggiore.
All’interno della Cappella della Purificazione, sopra l’altare, Palma il Giovane rappresenta in un’altra maestosa pala, la Presentazione di Gesù al tempio (1610), in cui il piccolo Gesù viene portato al tempio da Maria e Giuseppe e accolto fra le braccia di Simeone, in vesti sacerdotali, al quale lo Spirito Santo aveva promesso che non sarebbe morto senza vedere il Messia. Maria, come ogni madre ebrea, doveva portare il suo nato maschio al tempio di Gerusalemme per offrirlo al Signore. Ad accompagnarli nella scena c’è anche Anna, anziana profetessa che non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio con digiuni e preghiere, modello di quella fede silenziosa e meditativa che si pone ad umile servizio. La scena è ricca di oggetti simbolici, come la Menorah, cioè il candelabro a sette braccia, per evocare il tempio ebraico, o l’anfora, che allude al rito della purificazione ma anche all’aspersione battesimale. Con l’arrivo del bambino Gesù nel tempio è arrivato Dio stesso.
Sulle pareti laterali sono invece collocate due imponenti pale del veronese Alessandro Maganza (ante 1556-1632) con altri due celebri brani: a sinistra l’Adorazione dei Magi e a destra il Cristo nel tempio tra i dottori, sempre dei primi anni del XVII secolo. Nel primo, con lo sfarzoso corteo dei Magi si vuole esprimere l’estensione del messaggio di salvezza al di là dei confini d’Israele, indicando che la nascita di Cristo illumina anche i pagani. Uno di essi si inginocchia in adorazione davanti al Bambino, porgendogli il suo dono. I Magi, personaggi regali oltre che sapienti, nel dipinto non indossano le loro corone ma le hanno rimosse dal loro capo, come tacito segno del riconoscimento della regalità di Cristo.
Nel secondo episodio è raffigurato, in una composizione piramidale, un Gesù dodicenne nel tempio tra i dottori della legge mentre ascolta e fa domande di cui i sapienti rimangono stupiti.
Il programma iconografico della Cappella della Purificazione prevede come filo conduttore la scelta di brani evangelici in cui la Sacra Famiglia è coinvolta in un evento “pubblico”, in incontri con figure “istituzionali” (due scene infatti sono ambientate all’interno di un tempio).
Si incontra un’altra splendida scena di Adorazione dei Magi (1690-1710 ca.) di autore ignoto in Sacrestia: sullo sfondo e all’interno di un edificio diroccato, degli eleganti Magi con il loro seguito, porgono i doni al Bambino. A dividere in due la scena è posto in primo piano un pilastro dell’edificio che accoglie la Sacra Famiglia.
In dialogo diretto con la citata Annunciazione di Palma il Giovane, è collocato di fronte, sull’arcone della Cappella di San Gaetano un altro importante momento dell’avvento del Messia, l’Adorazione dei pastori, opera della seconda metà del XVI secolo di autore anonimo, ispirata ai modi “bassaneschi”. L’attenzione questa volta è rivolta agli umili, ai poveri, in questo caso i pastori, che attorniano la figura luminosa del Bimbo nella mangiatoia, dopo aver ricevuto la gioiosa notizia dall’Angelo. Nel racconto evangelico essi accorsero subito, videro, credettero e poi raccontarono ad altri quanto avevano visto.
Questi due episodi di adorazione mostrano Cristo illuminazione tanto dei semplici quanto dei ricchi e dei sapienti.
Così, l’onesta e tenace ricerca dei pagani (i Magi) e la fede semplice e spontanea dei “piccoli” (i pastori) vengono equiparate, presentate come fasi successive di un unico movimento verso Colui in cui “era la vita e la luce degli uomini” (Gv 1, 4).